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Vivevamo di ideali... (2013)

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Vivevamo di ideali...
(2013)

Chi non ha memoria del suo passato 
priva di senso il suo presente e di futuro la sua esistenza
 Marna editori


                        Disegno del pittore Pino Cali 


                            Scheda al libro:

"In Vivevamo d'ideali l'autore, attraverso il breve e appassionato racconto della propria esistenza, fa rivivere piacevolmente, quale perenne insegnamento per le future generazioni, un "piccolo mondo antico" ancora animato da forti ideali e sani principi di vita".


RECENSIONI AL LIBRO


Famiglia Cristiana n. 33 del 18 Agosto 2013


Carissimo Pino,
voglio ringraziarti di cuore per l'affettuoso pensiero che hai avuto nei miei riguardi non solo nel recapitarmi i tuoi libri ma soprattutto per esserti ricordato di me e per questo non ti nascondo la mia commozione. Spero che tu possa continuare a darci altre lezioni di vita con i tuoi scritti veramente esemplari che ho già letto tutto d'un fiato con vero piacere. Hai tutto il mio incoraggiamento ad andare avanti nella tua riflessione e a non fermarti proprio ora che il mondo si sta impoverendo di tutti quei valori che bene rappresenti con la tua testimonianza.
Complimenti vivissimi e ancora grazie.
Con affetto
Patrizia Venuta

Caro Pino,
ti ringrazio per il libro che mi hai inviato e che ho letto subito perché mi è piaciuto. Ti scrivo poche righe per confermarti la mia stima e l'apprezzamento per il tuo lavoro.
Cordiali saluti:
Giuseppe Sammartino, Vivevamo di ideali, Marna editore, 2014
Un libro di memorie che racconta le vicende umane di una persona che ha  fatto dell’onestà una bandiera, portata sempre con grande dignità: in famiglia, nella scuola, nel lavoro e – impresa più difficile di tutte – nella politica. Leggere la vita dell’Autore, attraverso queste pagine, significa conoscerlo meglio, anche nelle sfaccettature del suo animo che senza ritrosia mette a nudo. Si avverte una tale sicurezza nell'operato di Pino Sammartino, raccontato con dovizia di particolari e di testimonianze, che scoraggia qualsiasi dietrologia, anche nelle menti abituate alla maldicenza e al male. Forgiato dalle esperienze di lavoro e di conquista personale – in tutti i campi – , l’Autore ha condotto la sua vita alla luce di ideali che oggi bisognerebbe richiamare alla memoria e alla prassi quotidiana. Il libro scorre in modo semplice, con ricchezza di contenuti, senza velleità letterarie. Vuole essere testimonianza di una vita vissuta intensamente, nel desiderio di affermare i sani principi appresi, non solo nella famiglia ma anche nelle istituzioni educative e politiche. In un tempo senza memoria, in cui solo il male richiama l’attenzione dei media e della maggior parte della gente, il libro di Sammartino rappresenta un forte richiamo verso i valori essenziali dell’esistenza, senza i quali tutto appare vuoto e privo di significato. Se poi c’è in certe pagine la voglia di togliersi qualche sassolino dalle scarpe – l’esperienza di sindaco lo ha visto certamente come  bersaglio privilegiato per i suoi detrattori –, l’Autore ha fatto bene a ristabilire i confini della verità e della menzogna.
Pippo Algozino


Giornale Epoca 88 n. 8 del 18.02.2013


La  zona storica della Granfonte...
(Foto di Sigismondo Novello)









Mauro Crisafulli 

scrive di Pino Sammartino


Conosco Pino Sammartino da sempre, da quando sono nato. Nelle nostre innumerevoli passeggiate lungo il Corso Umberto di Leonforte, mi accennava sempre al fatto che un giorno avrebbe voluto scrivere un libro nel quale raccontare i suoi vissuti, le sue ansie, i suoi tormenti, e gli ideali che hanno animato la sua vita sia pubblica che privata. Quel giorno è arrivato. Nella sua ultima fatica letteraria dal titolo "Vivevamo di ideali" emerge il ritratto di un uomo che attraverso oltre trent'anni di attività politica, nella sua piccola realtà locale, nella sua Leonforte, (che lo ha visto per due volte sedere nello scranno più alto), riesce ad abbracciare da "protagonista" gli anni più delicati della storia politica italiana, cioè quella degli Anni di Piombo e della stagione stragista fino alla nascita della Seconda Repubblica. Quello che sicuramente colpirà il lettore è il racconto appassionato e appassionante di come un giovane, figlio di artigiano, nato in un quartiere popolare, sia riuscito ad affermarsi sia nella dimensione professionale che politica, non senza sacrifici, scalando le vette più alte della società nostrana. E insieme un uomo libero, non conformista, popolare, sempre a caccia di dettagli, di impressioni, di piccole novità racchiuse dentro il guscio di persone lontane ed estranee, cercate quasi sempre fuori dal Palazzo se così si può dire. Con quel linguaggio semplice e a volte involuto che lo contraddistingue. Con quel vezzo di dare del lei a giovani e giovanissimi, quasi a marcare lontananza e insieme rispetto. Con quel suo rifiuto tenace di ogni forma di pressappochismo e di superficialità. Con quella profondità e una complessità di pensiero che anche allora molti vivevano con fastidio e che è stato sempre il suo punto di forza. Ecco, qui mi fermo. Lascio ai lettori trarre le conclusioni di quello che questo racconto potrà donare alle future generazioni in termini di riflessioni e se permettete, di insegnamenti.


Mauro Crisafulli.




Tratto dal quotidiano Diario di Siracusa (9 marzo 2013)



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                      ...in Dialogo n. 54 del 9 giugno 2013
               “La via dei libri” di Silvestro Livolsi

    Vivevamo di ideali









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