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Io e la politica...

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Io e la politica


Sindaco di Leonforte per due legislature...


















Quando ricoprivo la carica di Sindaco di Leonforte...











La squadra degli amministratori anni novanta...


In alto, da sinistra: Pino Bonanno - Melo Sottile - Michele Crisafulli - Pino Sammartino - Gaetano D'Angelo - Nino Rindone

In basso, da sinistra: Nello Sciuto - Nino Salamone - Giacinto Di Fazio - Ignazio Vanadia - Gaetano Addamo -

   
                                            La Gran Fonte



Mi racconto:

     Ho iniziato a far politica nel mese di dicembre del 1973, quando avevo già dato tutte le materie d'esame, stavo per completare la tesi di laurea e ho potuto dedicarmi con maggior tempo e migliore disponibilità d'animo alla mia città, per il bene di tutti, secondo la concezione aristotelica della politica, nel rispetto dei principi, insegnamenti e direttive della Chiesa Cattolica intesi a risolvere, nello spirito del Vangelo, i relativi problemi amministrativi, economici e sociali.Un periodo straordinario della storia locale, in cui tanti giovani di Leonforte credevano ancora negli ideali di democrazia, libertà e giustizia sociale e in valori quali l'onestà e la legalità, il senso civico e delle istituzioni, la ricerca del bene comune e l'impegno nel sociale, il rispetto della persona e della vita, appresi e praticati nelle famiglie, nelle parrocchie e nei partiti quali luoghi simbolo di formazione civile, umana e politica e non meri strumenti, come sono diventati questi ultimi, di raccolta di consensi elettorali e d'appropriazione indebita di denaro pubblico per interessi personali e familiari.
   Ideali e valori che sono stati lo spirito guida, il fondamento morale  e la chiave di lettura del mio agire pubblico e privato e del sacrificio della vita di parecchi uomini eccezionali...
     Per questo modo di gestire la politica come un servizio pubblico per il benessere collettivo e non come un fine che giustifica qualsiasi mezzo, sono stato considerato un idealista, per non dire un emerito imbecille, anche perché, in cambio della libertà politica e di pensiero, non ho mai accettato, nemmeno in ufficio, prebende, offerte in denaro e regali di qualsiasi tipo.
  Al termine di questa ultradecennale esperienza politica e amministrativa, sono rimasto quello che ero al suo inizio: un uomo onesto con degli ideali e dei valori da anteporre ad interessi personali e di parte, tanto innamorato del paese e del suo quartiere di nascita.
  Oggi coltivo unicamente la speranza che quelli che mi sopravviveranno, ricorderanno, con affetto, il mio nome e, con ammirazione, la mia esperienza pubblica (vedi il mio libro Vivevamo di ideali).


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